Frequenti errori sintattici, grammaticali, lessicali, etc

Una buona proprietà di linguaggio viene molto apprezzata dal pubblico. Ti conferisce affidabilità e una minor probabilità di essere una persona sprecisa. Se sei preciso nel linguaggio, apparirà più probabile che tu metta cura in tutto quello che fai, compresi contenuti che divulghi.
A differenza di ciò che molti credono, questo non vale solo per la ristretta nicchia di pubblico che ha una grande conoscenza della lingua, ma per tutto il pubblico. Se usi un'espressione scorretta l'errore e quindi la mancanza di professionalità verrà percepita anche da un ignorante, pur a livello inconscio: pur non rendendosi conto del motivo, percepirà quel "non so che" di diverso dal linguaggio che fin ora ha sentito usare in TV da giornalisti e presentatori.


Pronunce

Non èdile, ma edìle.
Non festivàl, ma fèstival (deriva dall'inglese e non c'è motivo di pronunciarlo alla francese)
Non càduco, ma cadùco.
Non abrògo, abròghi, abròga, abrògano, ma àbrogo, àbroghi, àbroga, àbrogano.
Non alcàlino, ma alcalìno.
Non àmaca, ma amàca.
Non centèllino, ma centellìno (voce del verbo centellinare).
Non còlossal, ma colòssal.
Non eurèka, ma èureka.
Non ìilare, ma ilàre.
Non ìncavo, ma incàvo.
Non ìnfido, ma infìdo.
Non Ìslam, ma Islàm.
Non Nòbel, ma Nobèl.
Non persuàdere, ma persuadére.
Non pùdico, ma pudìco.
Non rùbrica, ma rubrìca.
Non sàlubre, ma salùbre.
Non silìce, ma sìlice.
Non ùltra, ma ultrà, se si allude ai tifosi.
Utensile: se è nome si pronuncia utensìle. Nei rari casi in cui è aggettivo (es. "macchina utensile") si pronuncia utènsile.

Non metereologia/metereologo, ma meteorologia/meteorologo.
Non aereoporto, ma aeroporto.

Per quanto riguarda le pronunce dei nomi delle nazioni, ma non solo, ci sono dati contrastanti. Ho letto ad esempio che si dice non Chèrnobyl, ma Chernòbyl, ma ho anche letto che la prima delle suddette pronunce è da preferire e che la seconda comunque non è da considerarsi sbagliata.
Una delle fonti a cui potresti fare riferimento è il Dizionario di pronuncia italiana online (
www.dipionline.it), basato sull'omonimo Dizionario di Pronuncia Italiana, compilato dal prof. Luciano Canepari, che ne ha generosamente messo a disposizione il contenuto.
Oppure puoi controllare il Dizionario italiano multimediale e multilingue d'ortografia e di pronunzia (
www.dizionario.rai.it).

Alcune parole di derivazione inglese:

Non pèrformance, ma perfòrmance.
Non rèview, ma revièw.
Non manàgement, ma mànagement.

La pronuncia della parola "reception" non è recepsion, ma resepcion (meglio ancora se ometti la "o")

La parola "media" con significato di "mezzo di comunicazione" si pronuncia midia (no, non è una parola italiana derivata dal latino; è una parola italiana derivata da una parola inglese; il fatto che a sua volta la parola inglese sia derivata dal latino è irrilevante).

La parola "summit" si pronuncia sammit (per gli stessi motivi).

Plurali particolari

Parole neolatine o di origine straniera con plurale uguale al singolare:
film
virus
brochure
...e molte altre parole che, nell'essere state importate nella lingua italiana, non sono mutate. Tali parole, una volta importate nella lingua italiana, per la forma al seguono le regole italiane e non quelle della lingua da cui derivano.
Vale lo stesso anche per curriculum, il cui plurale no, non è curricula. Per approfondimenti, leggi questo articolo.
Corn flakes, che in italiano è un pluralia tantum, è stato importato senza che sia stata importata la forma singolare (rara anche in inglese) "cornflake".

Plurali di parole composte (es. bassorilievo, altoforno, chiaroscuro, caposaldo, grillotapla, coprifuoco, corrimano, capotreno, caporedattore): il plurale è stabilito da varie regole, ma con molte eccezioni. Sarebbe troppo lungo parlarne qui. Se hai dubbi, semplicemente consulta il vocabolario.

Termini medici

Non è la mascella, ma la mandibola, l'osso mobile del cranio che ospita le arcate dentarie inferiori, e di cui fa parte il mento. La mascella è l'osso che ospita le arcate superiori.
Non usare "dissenteria" (che è una patologia) come sinonimo di "diarrea" (che è un segno clinico). Gli "attacchi di dissenteria" non esistono.
La parola "emorroidi" indica non una patologia, ma una struttura anatomica; in caso di iperdilatazione dei loro sinusoidi, con conseguenti prolasso e/o sanguinamento, si parla non di emorroidi, ma di patologia emorroidaria.
Non usare la parola cervicale per indicare il dolore al collo. L'espressione corretta è cervicalgia o dolore cervicale.
Non usare la parola sciatica per indicare un dolore irradiato all'arto inferiore. L'espressione corretta è sciatalgia.

Matematica

I centesimi di decimi sono millesimi. Se vuoi parlare di centesimi di euro devi dire, ad esempio, " 54 centesimi", oppure "zero virgola 54 euro".
Se dici "zero virgola 54 centesimi" ciò significa 0,054 euro, cioè è 54 millesimi di euro.
Così come meno meno fa più, la parola "meno" unita a verbi che indicano perdita ha come significato un aumento. Quindi se un prezzo è calato del 5% devi dire che ha avuto un calo del 5%, e non un calo del -5%.

Altro

"Piuttosto che" significa esclusivamente "invece che". Se intercambiando queste due espressioni non riscontri errori, allora dire "piuttosto che" va bene.
È invece un diffuso quanto orribile errore usare quest'espressione come disgiuntivo, come se equivalesse a "oppure". I motivi sono spiegati in questo articolo dell'Accademia della Crusca.

Un'attività non ti impiega un'ora. Ti richiede un'ora, o ti impegna per un'ora. (sei tu che impieghi, non l'attività).

L'amico a cui hai prestato quel libro non te l'ha ritornato, ma te l'ha restituito, o te l'ha reso. Per lo stesso motivo per cui non ti imparo a nuotare, ma ti insegno a nuotare (sei tu che impari, non io).

Quell'accorgimento non ti ha evitato un compito, ma ti ha risparmiato un compito (sei tu che eviti, non l'accorgimento). Questo quando c'è un sostantivo (es. compito). E quando c'è un verbo? In questo caso, quell'accorgimento non ti ha né evitatorisparmiato di dover fare qualcosa, ma ti ha sollevato dal dover fare qualcosa.

Evita il verbo andare quando non serve. Se spieghi che nell'impasto aggiungi dell'olio, dì aggiungo dell'olio, non vado ad aggiungere dell'olio.

L'espressione "quant'altro" è equivalente a "tutte le altre cose che". Ad esempio "Prendo matite, pennarelli e quant'altro può essere utile per disegnare". Non usare tale espressione alla fine di una frase, come se il suo significato fosse "eccetera", ad esempio "Nel beauty case c'erano prodotti cosmetici: crema idratante, rossetto, cipria e quant'altro".

Evita, se non davvero necessario e appropriato, l'espressione "fra virgolette".

Non dire a mano a mano che...: l'espressione corretta è man mano che....

Nell'uso di "sia... sia..." la parola "sia" non può precedere il verbo di una frase principale. Quindi non va bene Emilio sia studia che lavora, mentre va bene Emilio riesce sia a studiare che a lavorare.

Evita i "non" fraseologici, e cioè inutilmente riempitivi. Ad esempio, non dire studia più di quanto non occorra, ma studia più di quanto occorra.

La preposizione "da" non può valere come due "da". Stessa cosa vale per la preposizione "a".
Ad esempio, "Dipende dal luogo da cui provieni" non può essere contratto in Dipende da dove provieni (quel "da" fa parte di "dipende da" o fa parte di "da dove provieni" ? Non può esercitare le due funzioni contemporaneamente).
"Sto pensando alla cosa a cui mirare" non può essere contratto in sto pensando a cosa mirare (quell'"a" fa parte di "pensando a" o fa parte di "a cosa mirare" ? Stesso discorso).

Uso improprio della parola "per": purtroppo questa preposizione viene spesso usata per indicare che qualcosa ha a che fare con una persona in un qualunque modo. Ad esempio Addio a Pink Pallin, incidente aereo per l'attore americano oppure Adesso è inquadrato l'attaccante Tizio Caio, 5 gol per lui in campionato. Ma che è? Uno schifo totale.

Evita, se non necessario, l'uso della parola "personalmente". Se ad esempio parli di qualcosa per dire che ti piace, o di una tesi su cui sei in disaccordo, è inutile dire "a me personalmente piace" e "Io personalmente non sono d'accordo". O come altro doversti essere d'accordo? Collettivamente? Animalescamente? Dì "a me piace" e "Io non sono d'accordo". Il fatto che si tratti di gusti e opinioni personali è già chiaro, dato che parli di te stesso, che ovviamente sei una persona. Aggiungere "personalmente" è uno stucchevole riempitivo.

Non dire che una persona ironizza solo perché ha fatto una battuta usando un'espressione retorica, che però di ironico non ha nulla. L'ironia è una figura retorica che consiste nel dire il contrario di quello che si vuol significare. Ad esempio, dire "Che paura mi fai! Mi tremano le gambe!", che significa "Non mi fai per nulla paura" è ironizzare. Invece dire "Attento a non cadere, perché non ti posso aiutare a rialzarti, non ho soldi per noleggiare una gru" non è ironia, ma un'iperbole.

L'avverbio letteralmente non significa "molto", ma indica che non stai usando figure retoriche. Quindi non usarlo se stai esagerando o stai facendo una metafora: se dici che una squadra di calcio ha letteralmente distrutto la squadra avversaria questo non significa che hanno vinto con grande superiorità. Significa che i corpi dei giocatori avversari sono ridotti in poltiglia. Se hai ascoltato una canzone che era così bella da toglierti letteralmente il fiato, significa che davvero non riuscivi a inspirare e a espirare. Non usarlo neanche quando è inutile, ovvero quando non c'è nessun rischio che chi legge o ascolta possa fraintendere e pensare che tu stia parlando in modo figurato. Ad esempio non c'è motivo di dire quella cosa ti ha letteralmente cambiato la vita. Semplicemente dì che ti ha cambiato la vita.

Non dire che quella cosa cresce in maniera esponenziale se non è vero o se non vuoi fare un'iperbole. Prima di usare quel termine ricorda cosa significa esattamente.

Gli avverbi onestamente e sinceramente devono essere usati solo quando precedono l'affermazione di una verità che non ti fa fare una bella figura se non per il fatto che hai il coraggio di ammetterla. Ad esempio "onestamente riconosco che qualcosa di buono c'è, nel programma del mio avversario politico", oppure "sinceramente no, questo tuo disegno non mi piace granché".
Non servono invece (e anzi ti fanno fare la figura del goffo persuasore) a conferire affidabilità all'affermazione che stai facendo. Ad esempio è sbagliato, oltre che inutile, dire onestamente non ho mai rubato, o sinceramente credo di non aver fatto fallo.
Lo stesso vale per l'uso del verbo "confessare".

Una frase subordinata che inizia con "se non fosse che" o "se non fosse per" deve accompagnare una principale col verbo non all'indicativo, ma al condizionale, da cui si evince chiaramente che quella cosa sussisterebbe, e non sussiste. È dunque sbagliato dire l'ambiente era silenzioso, se non fosse stato per gli abbai del cane del vicino. È invece corretto l'ambiente sarebbe stato silenzioso, se non fosse stato per gli abbai dei cane dei vicino.

Quel ristorante non è buonissimo (altrimenti sembra si debba mangiare le pareti del ristorante). Molto meglio dire che è ottimo.

Non dire il condizionale è d'obbligo se non hai appena usato il condizionale (es. sembra che il CT della nazionale voglia cambiare la formazione della squadra, ma il condizionale è d'obbligo, perché si tratta solo di indiscrezioni). Se il condizionale è d'obbligo perché non l'hai usato?

La congiunzione nonché si riferisce a un nome, a un pronome, a un aggettivo, a un avverbio, o a una forma infinita di un verbo. Non riferirlo a una forma finita di un verbo (ad es. Mi svagherò con un videogioco, nonché farò una passeggiata); piuttosto, usa altre congiunzioni, es. poi, e, inoltre...

Se vuoi presentare la persona che farà il video insieme a te, e siete solo tu e lui, non dire "siamo qui con Tizio.... Altrimenti risulta che tu e Tizio siete con Tizio. La verità è che tu sei con Tizio, dunque la frase corretta è sono qui con Tizio. Sul fatto che è comunque da evitare per motivi stilistici, vedi Brutture stilistiche nel parlare.

Per motivi analoghi, se vuoi dire che recentemente tu e Tizio avete conversato e dicevate una certa cosa, non dire Si diceva con Tizio o Dicevamo con Tizio. Altrimenti sembra che insieme a tu e Tizio ci sia stata una terza persona con la quale voi due dicevate quella cosa. Dì piuttosto, ad esempio, Dicevamo, io e tizio... oppure Dicevo, con Tizio...

Non usare a sproposito la parola "pedofilia", che è una parafilia patologica, ad esempio per indicare il crimine della violenza sui bambini. Trovi maggiori informazioni a questa pagina.

I piatti fondi non esistono. Ragiona: se è piatto non può essere fondo. Quella stoviglia che usiamo per mangiare le finestre si chiama scodella.

Se hai trascritto un testo ascoltando una fonte sonora non riprodotta da una bobina (cioè una musicassetta), non usare il verbo sbobinare o il sostantivo sbobinatura. Usa trascrivere e trascrizione.

L'espressione poveraccio non denota compassione: il suffisso -accio ne fa un dispregiativo. Se vuoi usare un'espressione che denoti compassione, dì semplicemente povero o poverino o poeveretto.

Altro ancora: false friend inglesi all'incontrario (matti e preoccupanti)

Ci sono errori che le persone comuni non fanno. Se sei una persona comune potresti stupirti nel vedere le raccomandazioni che seguono, e chiederti come può essere possibile che ce ne sia bisogno.
Hanno bisogno di queste raccomandazioni gli italo-anglofoni mutanti, persone che hanno letto tante cose in inglese e che quando parlano in italiano pensano alla parola inglese e la traducono in italiano in malo modo, cadendo nella trappola di un false-friend all'incontrario; questi errori purtroppo sono andati a popolare il cervello e la lingua di individui di seconda generazione, che non hanno necessariamente avuto  a che fare con l'inglese, ma hanno spesso ascoltato e letto le parole dei mutanti suddetti. Ecco alcuni esempi...

Al contrario della parola inglese "consistent", la parola "consistente" non va usata come sinonimo di "coerente". "Consistente" significa "compatto", il contrario di "floscio", oppure "fondata" quando riferito a un'affermazione, oppure è usato come participio presente in frasi tipo "Nel test c'è anche una prova consistente (= che consiste) nel mangiare più tortellini possibili".

Al contrario della parola inglese "definitive", la parola "definitivo" non va usata come sinonimo di "migliore di tutti". "Definitivo" è semplicemente il contrario di "provvisorio"; significa quindi "destinato a rimanere così".
 
Al contrario della parola inglese "possibly", la parola "possibilmente" non va usata come sinonimo di "forse" o "verosimilmente". L'unico significato di "possibilmente" è "se possibile".

Al contrario della parola inglese "stress", la parola italiana "stressare" non significa accentare, né evidenziare. L'unico significato di "stressare" è "provocare stress".

Al contrario della parola inglese "confidence", la parola italiana "confidenza" non significa fiducia , né sicurezza di sé. L'unico significato di "confidenza" è "buon rapporto interpersonale che predispone a scherzare e rivelare informazioni riservate su di sé". Quindi frasi come "non sono ancora confidente con questa pratica" non significano nulla.

Al contrario della parola inglese "consistence", la parola italiana "consistenza" non significa coerenza, né costanza. "Consistenza" significa "resistenza alle deformazioni meccaniche da pressione" (e ci sono altri due significati in economia e matematica).

Argomenti e persone non si introducono. Si presentano,

I respiri non si prendono. Si fanno. In inglese si dice "take a breath". In italiano no. Va bene prendi aria, ma non prendi un respiro. Si dice fai un respiro.

Non si prendono delle scelte. Le scelte si fanno. (sono le decisioni, che si prendono).

Non si prendono i rischi. I rischi si corrono quando "rischio" è sinonimo di "pericolo", e ci si assumono quando si parla di scommesse, "rischi di imprsa" o simili.

L'espressione "migliori amici" usata a sproposito è probabilmente una trasposizione dall'inglese "best friends". In italiano non va bene. Non puoi dire "io e Tizio siamo migliori amici". E non c'è, in Italiano, un modo per dire così brevemente che "Tizio è il mio migliore amico, e viceversa io sono il migliore amico suo". Non c'è. Ti devi rassegnare. Se dici "siamo migliori amici" la parola "migliore" assume un valore comparativo relativo, e viene da chiedersi rispetto a chi, voi due, siete migliori.
Limitati a dire "Tizio è il mio migliore amico" o che "Tizio è uno dei miei migliori amici".
Se il discorso è in seconda persona, stessa cosa. Io e te non siamo migliori amici, a meno che io non voglia dire che io e te siamo amici migliori di qualcun altro. Dì piuttosto "Tu sei il mio migliore amico".

L'obiettivo che ti sei posto non è un obiettivo sfidante, dato che fa davvero schifo. In inglese "challenging" si traduce stimolante. Se proprio vuoi spiegare che ti senti sfidato da quell'obiettivo (ma gli obiettivi non istigano di per sé: chi t'ha detto nulla?), allora puoi dire che per te rappresenta una sfida.

Se non hai familiarità con qualcosa non dire non sono familiare con X. Lo dicono in inglese, nella loro lingua, "I'm not familiar with X". In inglese è corretto. In italiano no. In italiano si dice X non mi è familiare, oppure non sono pratico di X.

Non invitare l'ascoltatore a reclamare il buono sconto che gli spetta: significherebbe invitarlo a chiederlo con toni arroganti in ragione di un qualche torto subito, o qualcosa di simile.
Se avevi in testa la parola inglese "claim", ti ricordo che in questo caso si traduce in italiano con chiedere, oppure richiedere.

L'aggettivo biologico che si usa per parlare di cibo non è sostituibile con organico, che si usa per indicare che un materiale proviene da un essere vivente. Il fatto che in inglese "cibo biologico" si dice "organic food" fa di quella parola un false friend.

Non usare suggestione come sinonimo di suggerimento. Non è questo il suo significato. In inglese "suggerimento" si dica "suggestion". In italiano no!

Non usare onesto come sinonimo di sincero. Honest in inglese vuol dire (anche) sincero. In italiano no!

Schifose e inutili trasposizioni dall'inglese

Non dire performante. È stato inserito nel Treccani, ma a torto. Fa schifo. Esistono le parole italiane prestante e funzionante. Non dire performare. Esiste il verbo italiano funzionare.

Quell'azienda non è sottostaffata. È a corto di personale, o sotto organico, o sottodimensionata.

Puoi usare la parola di derivazione inglese compliance, cioè collaborazione, ma evita l'aggettivo compliante. Fa schifo. No, non entrerà nel vocabolario italiano. Non lo permetterò. Un paziente che segue le indicazioni del medico è collaborante.

Non dire call per indicare una conversazione fatta tramite connessione Internet. Esistono le parole italiane chiamata e video-chiamata; se siete più di due puoi dire teleconferenza. Se la teleconferenza è un seminario online, la parola webinar va bene.

Nei titoli non usare inutilmente la parola "spiegato" o simili. In inglese "The Middle East's cold war explained" va bene. In italiano La guerra fredda in medio oriente spiegata fa schifo. È già ovvio che le parole del titolo indichino qualcosa che verrà spiegato. Quindi quella parola alla fine è inutile, oltre che obrobriosa. Va invece bene se è seguita da altre parole che specificano la particolarità della spiegazione. Ad esempio "L'apparato digerente spiegato a un bambino".

Le parole America e americano non vanno usate per indicare specificamente gli Stati Uniti d'Amerca e i loro cittadini, che sono gli statunitensi. Se loro fanno questo errore non è detto che dobbiamo farlo anche noi.

Gli Stati Uniti d'America si chiamano proprio Stati Uniti d'America, oppure, volendo usare l'abbreviazione, USA. Non si chiamano States. Infatti "States" vuol dire semplicemente "Stati". Se molti statunitensi, per tremendo egocentrismo, indicano gli USA con l'antonomasia States, non significa che anche tu debba fare lo stesso errore.